Foto: Dario Fo (Sangiano, 24 marzo 1926)
Foto: Dario Fo (Sangiano, 24 marzo 1926)
Foto: Dario Fo (Sangiano, 24 marzo 1926)

L’autore di Mistero Buffo al suo novantesimo compleanno tra festeggiamenti al Piccolo e attività artistica

Marzo è stato un mese particolarmente significativo per Dario Fo: l’attore-regista inventore di un grammelot singolare che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo, premio Nobel per la letteratura nel ‘97, autore di lavori impregnati di satira politica e sociale ha compiuto 90 anni e li ha festeggiati negli spazi del Piccolo Teatro Studio Melato, tra parenti, amici (Ferruccio Soleri, Enrico Intra, Carlin Petrini, Gad Lerner, Claudio Bisio, Stefano Benni) ed un pubblico di affezionati. Durante la serata del compleanno del Maestro al Piccolo -che è sempre stato luogo del cuore per la famiglia Fo in occasione di svariati avvenimenti cruciali- si sono alternati omaggi, ricordi, racconti, musica, danza. Settant’anni dedicati al teatro, al cinema, ma  anche alla scrittura, alla pittura, all’impegno politico e  alla denuncia, tra grandi successi e penalizzanti censure.

Sentito l’intervento del Direttore Sergio Escobar «Caro Dario, grazie di sorprenderci …. un ateo forse tra i più profondi credenti che abbia mai conosciuto … perché credi nella vita, nelle cose … grazie per essere un ragazzo non addomesticabile, in un periodo in cui addomesticare sembra l’arte prima di tutta la comunicazione, ma  anche della gente. Tu non sei energia pura, credo che la parola pura ti terrorizzi quanto terrorizza me, ma energia fisica,umana, e di questo ti ringraziamo. Ti vogliamo bene». Emozionante il finale con lo spegnimento delle candeline scandito dalle note della mitica Banda degli ottoni a scoppio che suonava Bella ciao.
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Marzo è stato anche il mese in cui ha preso forma un importante progetto (già ideato  e messo on line nel ’95 dalla compagna di vita e lavoro Franca Rame): la nascita di un museo-archivio-laboratorio dove sono ospitati oltre un milione di documenti di lavoro, tra scritti, foto, costumi, scenografie, disegni, copioni, locandine della famiglia Fo-Rame, che si propone al tempo stesso d’essere luogo di sperimentazione e condivisione di nuove idee. Il Musalab  alla fine è stato ospitato a Verona, e non nella città meneghina come alcuni avevano sperato; d’altronde, se non si fosse trovata una sede su territorio nazionale, c’era il rischio che sarebbe sorto in Svezia, Paese che si era fatto più volte avanti in tal senso. Questo centro internazionale d’arte e spettacolo è già visitabile negli spazi dell’Archivio di Stato (ex magazzini del grano) e si sviluppa in un’area di 450 metri quadrati, sotto la direzione di Marisa Pizza, ed è aperto a tutti, studiosi e non.

A fine marzo infine è uscito l’ultimo titolo della feconda produzione letteraria di Fo (il terzo libro in poco più di 6 mesi): Dario e Dio, edito da Guanda, in cui l’autore affronta il tema del sacro e della fede insieme alla giornalista Giuseppina Manin; un testo in cui Fo da sempre interessato alla religione  seppur da “ateo convinto” parla un po’di tutto, dell’Inferno, del Paradiso, della Genesi, dell’Apocalisse, del Regno dei Cieli ma anche di quello degli uomini confrontandosi con l’Onnipotente.

A Maggio, dopo un attimo di pausa,  ritroveremo l’instancabile artista  in giro per l’Italia, riproporre il suo spettacolo più famoso Mistero Buffo; la pièce che debuttò negli anni della contestazione in luoghi non convenzionali, si presenterà in una nuova versione arricchita di altri due brani Storia della tigre e altre storiedel ’79 e La parpaja topola dell’82. Non ci resta che attendere, perché «in questa età pazza e folle» ha dichiarato Fo «ho ancora delle idee e mi indigno».