Aspettando l’evento performativo di dicembre che proporrà un affresco dell’esperienza narrativa coreana del Pansori
La storia riguarda due fratelli, Heungbo e Nolbo. Heungbo, che è povero ma ha un buon cuore, cura la zampa rotta di una rondine, la quale restituisce la gentilezza di Heungbo portandogli un seme di zucca. Il seme viene interrato e nasce un nuovo frutto ricco di tesori. A questo punto il fratello maggiore Nolbo, facoltoso quanto avido e malizioso, venuto a conoscenza dell’accaduto spezza deliberatamente una zampa di rondine per curarla a sua volta. Il volatile porta anche a lui un seme di zucca, ma il frutto che ne nasce è abitato da paurosi mostri.
Heungboga, chiamato anche Baktaryeong, è una delle cinque storie del Pansori, un genere di narrazione musicale coreana che deriva dall’unione di pan, cioè “un posto dove molte persone si riuniscono”, e sori, ovvero “suono”, ed è generalmente eseguito da una sorikkun, una cantante, e un gosu, un batterista che utilizza il tamburo buk. Considerato patrimonio culturale intangibile (o immateriale) della Corea del Sud numero cinque, è un repertorio musicale con caratteristiche fiabesche commiste a brevi narrazioni, non scevre da elementi umoristici, dalla durata complessiva di circa tre ore. Il migliore Maestro esecutore (Myeongchang) è considerato colui che esprine l’aniri, cadenza con abbellimenti misti, unitamente a neureumsae, uno straordinario connubio di espressione e gesti. Il Dongpyonje, versione maschile del Pansori, fu utilizzato per esprimere l’Heungboga nella parte orientale della penisola coreana, secondo lo stile iniziato per primo dal Maestro Heuk-rok song, mentore di diverse generazioni di Myeongchang.
Il M° Jung Min Kim, nota per l’utilizzo di uno stile tradizionale che comporta la pronuncia chiara di testi con narrazioni e transizioni di ritmo detto daemadi daejangdan, si esibirà il 1° dicembre presso il Teatro Belloni di Barlassina (MB). Una donna straordinaria, di cui avremo modo di approfondire la conoscenza, che si è impegnata artisticamente a diffondere il Pansori riuscendo a emozionare chiunque con la sua abilità performativa. Un virtuosismo peculiare che la donna utilizza per sostenere i bambini malati e bisognosi con i suoi spettacoli, comportamento degno di una citazione della sua attrice preferita, Audrey Hepburn: «La vera bellezza di una donna non è nell’aspetto del viso. La vera bellezza del viso si riflette nella sua anima. Consiste nell’amore che dona, nella passione che mostra ». Una predilezione che Jung Min Kim intende perseguire anche in futuro, continuando ad aiutare i più deboli con la sua voce.
La magia di questi suoni prenderanno corpo a dicembre in uno spettacolo insolito, di grande suggestione, con un afflato poetico e musicale dove l’impatto performativo esalta la tradizione. Un evento foriero di un insegnamento di vita sul valore della lealtà, percepito grazie al canto accompagnato dal movimento scenico, nel quadro di un racconto dove la bellezza è foriera di una conclamata nobiltà di pensiero.