Foto: Désirée Giorgetti © Teatri PossibiliParadossalmente, il termine “pedofilia”, dal greco pais che significa fanciullo e philia amore, potrebbe indicare una predisposizione pedagogica dell’adulto verso il fanciullo, contestualizzata dalla presenza armonica di affetto e dedizione nei confronti del minore. In effetti, nell’antichità greca, in particolare a Sparta e Atene, l’iniziazione sessuale propedeutica alla vita sociale di un giovinetto dai 12 ai 18 anni di età da parte di un mèntore adulto – siamo però nell’ambito della sola pederastia, escludendo il sesso femminile – era considerata un insegnamento educativo riconosciuto. Ben diversamente, nella civiltà romana, la pratica sessuale di un adulto verso un adolescente non era da intendersi quale forma educativa, ma una semplice prevaricazione sui giovani schiavi e figli dei nemici sconfitti. Nella contemporaneità, intellettuali del calibro di Fournier e Foucault arrivano invece a predicare la “pedofilia dolce” a favore di un’infanzia totalmente libera dai vincoli sessuali, favorendo così la natura polimorfa del minore contro quella che viene senza mezzi termini definita ipocrisia sociale. Brian Nelson sembra voler percorrere sull’argomento un cammino completamente opposto. Accetta la definizione del rapporto pedofilo, conseguente alla frantumazione della convenzione sessuale, come perverso, ma mette in discussione le pedine del gioco, al punto da portare a una duplice riconsiderazione dei ruoli di vittima e carnefice.

Il “non prendere caramelle da uno sconosciuto” risuona a questo punto come un monito ironico, ma anche reale quanto tragico confine psicologico. Il dolcetto hard è un boccone che può essere fornito da più pasticceri, e il retrogusto amaro non conosce una sola bocca.

L’adulto Daniele Ornatelli e l’adolescente Désirée Giorgetti, grazie anche alla brillante regia di Corrado d’Elia, riescono a valorizzare il testo di Nelson conducendo lo spettatore lungo la spirale di un thriller pedosessuale dall’esito niente affatto scontato, in cui lo stesso oggetto del desiderio può divenire la proiezione speculare o addirittura filiale di un comportamento violento e ambiguo.

Uno spettacolo ad alta tensione, che pone nuove luci – ed ombre! – su uno degli argomenti scabrosi d’attualità più dibattuti da istituzioni e media.

Giudizio: ***

TEATRI POSSIBILI

Hard Candy di Brian Nelson

Con Daniele Ornatelli e Désirée Giorgetti

Regia di Corrado d’Elia

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Assistente alla regia: Luca Ligato

Luci: Alessandro Tinelli
Fonica: Fabrizio Fini

Milano, Teatro Libero, via Savona 10

Dal 21 giugno al 1° luglio 2010

Milano, Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14

Dal 2 al 17 luglio 2010

www.teatripossibili.it