Foto di scena: Lucia Poli ne “L’intrusa”, al Teatro Gerolamo di Milano dal 27 al 29 ottobre 2017
Foto di scena: Lucia Poli ne “L’intrusa”, al Teatro Gerolamo di Milano dal 27 al 29 ottobre 2017
Foto di scena: Lucia Poli ne “L’intrusa” © Stefano Cantini

Da settembre a dicembre 2017

13, 14, 15, 16 settembre – ore 20 / 17 settembre ore 16
COMPAGNIA CARLO COLLA & FIGLI
La Vecchia Dorotea
(biglietti da 6 a 34 euro)
Dai primi anni del secolo fino al 1957 la commedia venne rappresentata abitualmente al Teatro Gerolamo. Questa commedia appartiene a quel filone solitamente chiamato di tipo “informativo”. Infatti fino alla prima guerra mondiale il teatro di marionette assolveva anche alla funzione di mass-media in quanto nei piccoli centri di provincia rappresentava l’unico mezzo di informazione di eventi storici. Ed è proprio da un avvenimento documentato dai quotidiani dell’epoca che la trama della commedia prende le mosse.  Una vecchia che ha il vizio del gioco promette di non scommettere più al lotto. Non riesce però a resistere: gioca e vince. Mentre si dispera ad alta voce per non aver mantenuto fede al suo proposito viene ascoltata da un giovane scapestrato che, fingendosi il diavolo, entra nella sua casa e la vuole obbligare a consegnargli la vincita per riscattarle l’anima. Interverrà Gerolamo, deus ex machina, a smascherare l’imbroglione. L’ambiente è quello della Milano di fine ottocento e del quartiere del Verziere riconoscibilissimo nelle scenografie. Una particolare attenzione è data ai personaggi dei “ligera” ovvero la piccola malavita del tempo.
Il senso della proposta risiede nel desiderio di rivisitare un patrimonio drammaturgico tipico del teatro marionettistico italiano, e più in particolare milanese, unico nel suo genere.

29, 30 settembre – ore 20
ANTONIO LUBRANO
La Sirena Bugiarda –
un gioco canoro
(biglietti da 6 a 28 euro)
Le sirene, si sa, sono creature ammaliatrici: metà donne e metà pesce, cantano e lusingano i naviganti. E Napoli, figlia della Sirena Partenope, con le sue canzoni è ammaliatrice per nascita e vocazione. Ebbene, lo spettacolo ideato da Antonio Lubrano s’intitola La Sirena Bugiarda proprio perché propone una curiosa e divertente esplorazione: che cosa c’è di vero e di falso nelle melodie della città canora per eccellenza. Esempio: è credibile che Torna a Surriento sia nata nel 1902 non come canzone d’amore ma come istanza politica? ‘O sole mio, che tuttora dopo oltre un secolo dalla nascita risulta essere il ritornello più famoso nel mondo, è nato a Napoli o in Russia? Voce ‘e notte, rilanciata da Peppino di Capri negli anni Cinquanta, scaturisce da una bella poesia o da un autentico dramma della gelosia? Ed è vero, poi, che Dove sta Zazà almeno una volta ha sostituito l’inno nazionale? E Yesterday dei Beatles deve qualcosa a Napoli? Un concerto che invita lo spettatore a un gioco. Nel solco di un celebre verso del poeta Pasquale Rocco: “Quanta buscie ca diceno ‘e canzone…”

6, 7 ottobre – ore 20.30
I SOLISTI DE laVerdi – EAST & WEST
Schnittke, Bartok, Stravinsky, Piazzolla
(biglietti da 6 a 34 euro)
Un viaggio dalle steppe della Russia alle grandi pianure argentine, dall’est all’ovest del mondo: il duo composto da Luca Santaniello, spalla dell’Orchestra Verdi di Milano, e Davide Vendramin, bandoneon, propone un singolare percorso alla scoperta di melodie barocche, danze rumene, canti russi e della musica di Astor Piazzolla.

Alfred SCHNITTKE
Suite in stile antico (1972)
La Suite in stile antico, risale al 1972, fatte salve alcune dissonanze armoniche, potrebbe essere tranquillamente collocata nella letteratura barocca. Tutta la composizione guarda all’antico con il distacco di chi non prova alcun imbarazzo di fronte ai monumenti del passato.
Il tempo d’apertura, Pastorale, è una siciliana, danza in perfetto stile bucolico. Segue un gaio e allegro Ballett, un pas de deux. Il Minuetto colora di malinconia le buone maniere della danza più in voga nel settecento. La Fuga successiva è semplice: due sole voci si imitano, si inseguono, si intrecciano con energia, in maniera più simile a un elementare canone che ad una fuga barocca. Conclude una Pantomima, molto divertente e originale.

Bela BARTOK
Danze popolari rumene (1915)
Le Danze rumene di Bartók risalgono al 1915, vennero scritte dapprima per pianoforte e due anni dopo trascritte per orchestra.
La raccolta di danze rientra nel filone vòlto all’elaborazione di materiale etnico, “autenticamente popolare”, perlopiù ungherese e rumeno frutto dell’attenta ricerca intrapresa daBartók attraverso approfonditi studi etnomusicologici condotti nelle valli della Transilvania. L’armonia e la melodia risultano inevitabilmente aspre e dure. Delle Danze rumene sono disponibili adattamenti per altri organici ad opera di strumentisti virtuosi; la versione di Zoltán Székely per violino e pianoforte fu autorizzata dall’autore nel 1926.

Igor STRAVINSKY
Chanson russe (1922/37)
La Chanson Russe è un adattamento dell’aria del personaggio di Paraša dalla sua opera buffa Mavra in un atto (1922); una trascrizione per violino e pianoforte venne fatta dal compositore Samuel Duškin nel 1937. Basata su una canzone popolare russa alla quale si uniscono echi di danze popolari, è in tonalità minore ed è pervasa dall’inizio alla fine da un’aura suggestiva, attraversata dal continuo fluire di ricordi malinconici che si esprimono in linee melodiche brevi, di rara bellezza.
Tango (1940)
In questo lavoro, Stravinskij ignora praticamente il ritmo caratteristico del tango, il pezzo è lieve ma affascinante, e il suo appeal commerciale è allo stesso tempo evidente. Per cercare di ripagare al meglio le sue fatiche, Stravinsky trascrisse il Tango per varie formazioni diverse, tra cui una jazz band. Inoltre, autorizzò tre arrangiamenti: due per orchestra da camera e uno per violino e pianoforte.

Astor PIAZZOLLA
Café 1930 (da Histoire du tango)
Escualo
Chiquilin de Bachin
Histoire du Tango è il titolo di una composizione per flauto e chitarra di Astor Piazzolla che in quattro brevi movimenti narra a tappe la storia del tango, dalla sua nascita nei bordelli di Buenos Aires fino all’approdo, nella seconda metà del Novecento, alle sale da concerto.
Café 1930
è il terzo episodio dei quattro previsti, il più struggente, in cui il tango moderno, abbandonando gli esordi popolari, si arricchisce di soluzioni armoniche raffinate. Escualo, dedicato al celebre violinista Fernando Suarez Paz, è un’opera maestra di Piazzolla, di costituzione densa e concisa, in cui il ritmo cambia costantemente ed è un omaggio alla sua grande passione per lapesca allo squalo, che esercitava durante le estati trascorse al largo di Punta del Este, in Uruguay.
Chiquilín de Bachín
(Ragazzino del “Bachín) originariamente per voce e strumento, è uno dei pezzi più struggenti del compositore argentino nato dalla collaborazione con il poetaHoracio Ferrer che scrive: “Ragazzino che vende rose di tavolo in tavolo nel ristorante Bachin… Angelo triste dammi un ramo di rose per vendere la mia vergogna…per non aver capito la tua fame”.

Astor PIAZZOLLA
Le grand Tango (1989)
Le grand Tango è stato composto su commissione del violoncellista russo Mstislav Rostropovič e nella sua versione originaria per violoncello e pianoforte venne eseguita per la prima volta proprio dallo stesso Rostropovič nel 1990, successivamente Sofia Gubaidulina trascrisse questo lavoro per violino e pianoforte su richiesta del celebre violinista Gidon Kremer.
Il primo tempo combina incisivi elementi ritmici con ardite dissonanze miste a melodie di canzoni popolari argentine. Il secondo, è un profondo malinconico dialogo tra i due strumenti, dialogo che diviene ardito e ritmico nell’ultimo movimento.

13, 14 ottobre – ore 20 / 15 ottobre ore 16
SACCHI DI SABBIA
quattro spettacoli in tre giorni più una mostra
(biglietti da 6 a 23 euro) – consigliati dai 6 anni
Mostra SSSHHH… I Pop-Up teatrali de I Sacchi di Sabbia
Orari di entrata: 13 e 14 ottobre: ore 17 – 17,30 – 18 – 18, 30 – 19 – 15 ottobre: ore 14 – 14.30 – 15 INGRESSO LIBERO

Nel panorama della scena teatrale italiana I Sacchi di Sabbia (Pisa) si distinguono per la capacità di far incontrare tradizione popolare e ricerca, esplorando terreni diversi, dal teatro di figura alla farsa, passando per l’opera e il teatro di oggetti

13 ottobre I 4 moschettieri in America – Radiodramma animato
Il 18 ottobre 1934 andrò in scena la prima puntata de I 4 moschettieri “parodia di Nizza e Morbelli con musiche di E. Storaci”, ispirata al celebre capolavoro di Dumas.
Ottant’anni dopo, i Sacchi di Sabbia hanno dato un sequel a I 4 moschettieri: dapprima con un radiodramma – realizzato per Radio 3 all’interno del progetto Radio Days di Santarcangelo 14 – ed ora con questo spettacolo teatrale dedicato ai bambini, che ripropone, in un’inedita sperimentazione visiva, le atmosfere e i personaggi del radiodramma.
I 4 moschettieri in America è ambientato nell’America degli Anni Trenta: qui, i famosi eroi di Dumas si ritrovano a inseguire – tra gangster, pupe e sparatorie –  il sogno di una nuova grandezza, che solo il cinema potrà soddisfare.

14 ottobre
Abram e Isac. Sacra rappresentazione in cartoon
Lo spettacolo è una rilettura della rappresentazione di Abramo ed Isac, scritta nel 1440 dal fiorentino Feo Belcari.
Accogliendo l’oxymoron tra testo antico e un con-testo contemporaneo, l’episodio biblico del sacrificio di Isacco diviene qui il pretesto per una riflessione sull’enigma della comunicazione tra Abramo e Dio, in una dimensione scenica al tempo stesso materica e metafisica, dove la ritualità della “sacra rappresentazione” si colora di nuove impalpabili suggestioni.
Ad accompagnare la dizione del testo, i materiali più disparati: dalle sonorità contemporanee, alle immagini cartonate ispirate alle maschere di Saul Steinberg. Segni contemporanei e segni arcaici si fondono in una dimensione performativa sospesa, al tempo stesso ironica e sacra. L’elemento ironico – che contrasta fortemente con la drammaticità dell’episodio biblico – costituisce la quintessenza del progetto.

a seguire:
Dialoghi degli Dei
Dialoghi degli Dei celebra l’incontro tra Massimiliano Civica, regista noto per l’asciuttezza formale delle sue opere e I Sacchi di Sabbia, un gruppo toscano che ha fatto dell’ironia la sua peculiare cifra stilistica.
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In questa gustosa versione gli Dei sono atterrati in una classe di un ginnasio, diventando oggetto concreto delle spietate interrogazioni con cui un’austera insegnante tormenta due suoi allievi. Seduti ai loro banchi di scuola e con i calzoni corti, i due maturi studenti, interrogati su tresche e malefatte degli immortali sperimentano sulla propria pelle le ingiustizie della scuola, preludio alle future ingiustizie della vita.

15 ottobre Sandokan o la fine dell’Avventura
Liberamente tratto da “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgari
Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade, grattugie come cannoni, una bacinella piena d’acqua per il mare del Borneo, scottex per cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto…Il racconto si affaccia alla mente degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Fedele all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico) lo spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso – è un elogio all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio?
Questa fantasiosa versione de “Le tigri di Mompracem“  di Emilio Salgari, adatto a grandi e piccini, è diventato nel tempo un piccolo classico. Con particolare riferimento a questo lavoro i Sacchi di Sabbia si sono aggiudicati il Premio Ubu Speciale nel 2008.

La mostra:
SSSHHH…
I POP-UP TEATRALI DEI SACCHI DI SABBIA
Il libro pop-up è stato un elemento ricorrente nella ricerca teatrale dei Sacchi di Sabbia degli ultimi dieci anni. SSSHHH… è il primo, silente tentativo di raccontare questo percorso: una selezione di libri – costruiti per lo più per performance site specific o per spettacoli mai realizzati – saranno sfogliati dagli attori della compagnia, offrendo al visitatore una sorta di docu-film artigianale su alcune delle tappe più significative di questa ricerca.

27, 28 ottobre – ore 20 / 29 ottobre ore 16
Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi/Centro di Produzione di Firenze
LUCIA POLI
L’INTRUSA di Eric-Emmanuel Schmitt – regia Angelo Savelli
preceduto da “E’ una bella giornata di pioggia”
(biglietti da 6 a 38 euro)
Un’anziana signora rischia la follia a causa di una misteriosa intrusa che si aggira nel suo appartamento; una donna bella e intelligente rischia invece l’infelicità a causa del suo inguaribile pessimismo. Due bellissimi e toccanti racconti, due gioiellini pervasi da quell’eleganza e quell’umorismo che caratterizzano l’inconfondibile stile di Eric-Emmanuel Schmitt ma anche le doti interpretative di Lucia Poli, signora del teatro italiano che sa passare con disinvoltura dalla frequentazione dei classici sui grandi palcoscenici nazionali ad originali incursioni nei territori della drammaturgia contemporanea.

8, 9 novembre – ore 20
COMPAGNIA PIERO COLAPRICO
Una valigia più Ligera
(biglietti da 6 a 34 euro)
Chi ama Milano e la sua storia, le sue canzoni, le sue leggende, non può perdersi «Una Valigia più Ligera», con la compagnia di Piero Colaprico. La memoria come sguardo sul futuro, i ricordi di una metropoli che sono utili come radici, la retorica viene spazzata via come le foglie cadute, i frutti sono le risate, o i pensieri, che ciascuno può portarsi a casa, dopo essere stato in «compagnia» con la «c» minuscola, nel senso che con Colaprico, giornalista e scrittore, nel corso degli anni hanno recitato in formazione variabile Luciano Lutring, il solista del mistra, El Pelè, la Didi, e cioè l’ultima cantante della Ligera, Davide Tinelli detto Atomo, e notevoli attori di prosa come Arianna Scommegna, Alessandro Castellucci e Marco Balbi. Tutto era cominciato oltre dieci anni fa, con Milanoir Milanuit «Valigia più ligera» riprende una parte del discorso, questa volta con Valerio Bongiorno e lo stesso Colaprico in scena, ancora con Giancarlo Peroncini detto el Pelè, i musicisti Guido Baldoni e Raffaele Kohler e altre sorprese.

11 novembre – ore 20 / 12 novembre ore 16
LA COMPAGNIA GIOVANI TEATRO MILANESE
La Fortuna l’è Sorda di Luciano Meroni
(biglietti da 6 a 23 euro)
Raffaele Chiesa non naviga economicamente in buone acque, ma una notte la defunta moglie Rosetta gli suggerisce quattro numeri da giocare al Lotto per vincere una grossa somma di denaro. Da qui si sviluppa la divertente vicenda che vede una serie di personaggi (parenti, domestiche, padroni e vicini di casa, el trombèe, el dottor di orecc, una giornalista) tutti coinvolti nella vita di Raffaele in situazioni esilaranti. Ma che cosa potrebbe succedere a Raffaele se la quaterna uscisse veramente? E … la fortuna l’è sorda per debon?
(biglietti da 6 a 23 euro)

15, 16, 17 novembre – ore 20
ATIR – Teatro Ringhiera
GIOVANNI TESTORI – ARIANNA SCOMMEGNA
(biglietti da 6 a 28 euro)
15, 16 novembre MATER STRANGOSCIÁS
di Giovanni Testori / regia di Gigi Dall’Aglio /con Arianna Scommegna  / alla fisarmonica Giulia Bertasi / scene Maria Spazzi / luci Pietro Paroletti
Mater strangosciàs è l’ultimo dei “Tre lai”, i monologhi scritti da Giovanni Testori negli ultimi giorni della sua vita. Tre lamenti funebri ispirati a straordinarie figure femminili: Cleopatra, Erodiade e La Madonna. Mater strangosciàs è una donna del popolo, umile, semplice, pura.  La sua terra: la Valassina brianzola.
Piange la perdita del figlio. Si rivolge a Lui. Gli chiede perchè gli uomini debbano patire così tanta sofferenza. E’ l’ultima opera di Testori. E’ un addio. Una preghiera. Un testamento.
17 novembre CLEOPATRÁS
di Giovanni Testori / regia di Gigi Dall’Aglio / con Arianna Scommegna / al violoncello Antony Montanari / scene Maria Spazzi / luci Pietro Paroletti
Cleopatràs è una delle più grandi opere di Testori. La forza interpretativa di Arianna Scommegna si sprigiona tutta in questo spettacolo della sua trilogia di monologhi. Dal tragico al comico, dal divino al carnale, commovente, travolgente, sensuale. Un allestimento semplice, tribale, dove la parola è regina con il suo suono al di là della comprensione, accompagnata dall’improvvisazione musicale di un violoncello. Per questa interpretazione Arianna ha vinto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.

FESTIVAL MILANO MUSICA
19 novembre – ore 18 – MDI Ensemble
22 novembre – ore 20.30 – Quartetto Prometeo
25 novembre – ore 15.30 e 20.30 – Exaudi Vocal Ensemble
(biglietti 10 euro)

1, 2 dicembre – ore 20 / 3 dicembre ore 16
COMPAGNIA BURATTINI FERRARI
MORGANA
fiaba settecentesca di anonimo
(biglietti da 6 a 23 euro)
La compagnia storica di Parma, fondata dalla famiglia Ferrari a fine ottocento, porta in giro per il mondo l’arte e la tradizione dei burattini.
In casa del Dott. Balanzone fervono i preparativi per le nozze della figlia Rosaura con Florindo. A rovinare l’atmosfera ci pensa il mago Morandino che rapisce Rosaura. Fasolino tenterà di salvarla dal mago, grazie all’aiuto della Fata Morgana.

15 dicembre – ore 19
CHRISTMAS PARTY WITH MUSIC
I Solisti de laVerdi
programma da definire
Un’occasione per farsi gli auguri di Buon Natale in allegria. Aperitivo, cena e la grande musica dei Solisti de laVerdi
(prezzi da 100 a 150 euro)

PRENOTAZIONI
Tel. 02.45388221 (negli orari e giorni di apertura) – vendita online www.vivaticket.it
Mail: biglietteria@teatrogerolamo.it

TEATRO GEROLAMO
Piazza Cesare Beccaria, 8 – 20122 Milano
tel 02.36590120 – fax 02.36590130
info@teatrogerolamo.itwww.teatrogerolamo.it