Foto: locandina “Gli spazi dell’uomo”, Centro di Cultura Italia-Asia
Foto: locandina “Gli spazi dell’uomo”, Centro di Cultura Italia-Asia
Foto: locandina “Gli spazi dell’uomo” © Centro di Cultura Italia-Asia

Ciclo di conferenze a ingresso liberoorganizzato dal Centro di Cultura
Italia-Asia e dalla Biblioteca del PIME, dall’
8 febbraio al 12 aprile 2018


Abstract degli interventi e profili dei relatori:

8 febbraio 2018
Mongolia / La ‘casa mobile’ delle steppe centrali dell’Asia
Nelle steppe dell’Asia centrale, la tenda (gher o yurta) costituisce per l’uomo e la sua famiglia il luogo d’abitazione per eccellenza, un luogo con forti valenze identitarie, oltre che d’accoglienza e di rifugio in un ambiente difficile. La tenda è la ‘casa mobile’ delle popolazioni nomadi della steppa. Questa caratteristica di mobilità influisce molto sulla cultura di tali popoli, sul loro modo di vivere l’abitazione, sul loro rapporto con la natura-territorio e con la comunità di riferimento.

Bruno Gentili 
Ha svolto studi di storia economica, filosofia del ‘900 e storia dell’arte italiana. È collezionista d’arte con particolare interesse per le aree asiatica e africana: le sue importanti raccolte comprendono numerose tipologie d’antichi tessuti, ornamenti e gioielli, oggetti e sculture d’uso sacro e pregevoli oggetti in lacca. È socio del Centro di cultura Italia-Asia e dell’Associazione Cultural Paths, con cui ha curato mostre d’arte, e tiene conferenze presso musei ed istituzioni culturali milanesi, nazionali, svizzeri e francesi.

22 febbraio 2018
Vita domestica di campagna e di città in Giappone
Al visitatore, il Giappone appare nel suo aspetto più dinamico, nel suo slancio spesso avveniristico. D’altra parte, vi è un’immagine affascinante, spesso un po’ stereotipata, della sua estetica e dei suoi stili di vita tradizionali. Lo sguardo che si propone prende avvio dal vissuto domestico tradizionale, cercando di svelare negli aspetti della quotidianità le regole di vita consuetudinarie nelle quali resistono intatti riferimenti culturali simbolici, norme sociali e un contatto originale con gli elementi della natura e le forze che li governano.

Antonio Marazzi
È stato professore ordinario di Antropologia culturale presso l’Università di Padova, chairman della Commissione d’antropologia visuale dell’Unione internazionale d’antropologia e rappresentante per l’antropologia presso la Commissione di filosofia e scienze umane dell’UNESCO. Ha compiuto ricerche in Europa, India e Giappone, dov’è stato ricercatore presso il Museo nazionale giapponese d’etnologia (Minpaku) di Osaka. Tra le numerose pubblicazioni: La volpe di Inari e lo spirito giapponese, Antropologia della visione, Antropologia dei sensi.

8 marzo 2018
Le ‘case lunghe’ in Sarawak e Papua indonesiana
Instead of hearing the evening breeze or crickets in your quiet neighborhood, what you get is a constant ringing, tingling, buzzing or humming in your ears. viagra online no rx Cells relaxants order levitra could provide you with get rid of muscle group spasm but they’re perhaps civilized sedative drugs, which normally explanation tiredness. Benefits viagra online sample is not harmful to the eyes as it does not act on PDE6 that is present within the easy calm website. Our society has to an overwhelming degree been built around oil, gas and coal. cialis australia online Le cosiddette ‘case lunghe’, costruzioni di tipo palafitticolo che possono raggiungere i 90 m. di lunghezza, svolgono funzioni lievemente differenti presso i Dayak del Borneo e gli Asmat della Papua. Mentre presso i primi la funzione precipua è quella abitativa, con in subordine (ma non meno importante) quella di luogo di socializzazione, presso le tribù Asmat la casa lunga è una sorta di agorà dove ha luogo la vita sociale e politica della comunità.
Ciò fa sì che la struttura interna sia diversa: la casa Dayak è divisa longitudinalmente in due parti, una ‘diurna’, quale luogo comune, e una ‘notturna’, a sua volta suddivisa in tanti spazi quanti sono i nuclei familiari. La casa Asmat è un open space intervallato da tanti fuochi e anche se non è riservata esclusivamente a funzioni comunitarie è altresì circondata dalle capanne delle singole famiglie.

Giorgio Azzaroli 
Coltiva, attraverso i viaggi, l’interesse per l’antropologia maturato ai tempi dell’università. L’ ‘interesse per le culture considerate ‘primitive’ lo porta sino alle giungle del Borneo e della Papua occidentale. Affascinato dalle culture Dani (che vivono sulle alture scoscese della cordigliera) e Asmat (abitanti dell’immensa palude a sud), vi ritorna per ben sette volte, approfondendo i contatti con le popolazioni locali la cui situazione è pressoché sconosciuta ai più.

22 marzo 2018
Abitazioni e luoghi di potere in Indonesia:
dal Kraton alle case tradizionali
Tra i più significativi elementi conservati delle grandi ondate di proto-malesi che popolarono l’arcipelago indonesiano diversi secoli prima dell’era cristiana, troviamo modelli di case tradizionali che nel tempo sono state mantenute nelle loro forme originarie e vissute fino ai giorni nostri. Ve ne sono davvero molti tipi nelle diverse isole. Anche della seconda ondata, quella dei deutero-malesi, ci sono giunte numerose testimonianze. Tra le varie, i Kraton, i palazzi del potere attorno ai quali nell’isola di Giava in epoche molto più recenti si sono organizzati i sistemi di potere dei regni giavanesi.

Guido Corradi 
Già docente di cultura malese-indonesiana presso l’ISIAO (ex IsMEO) – sez. Lombarda di Milano, insegna e collabora a Milano con istituti superiori per il turismo e l’Università Bicocca. È membro del Centro di cultura Italia-Asia e collabora con la rivista del Centro “Quaderni asiatici”. Ha pubblicato articoli e testi sull’Indonesia e condotto diversi viaggi come accompagnatore culturale per l’Associazione “Viaggi di cultura”.

12 aprile 2018
Architettura e condivisione:
la Cina tradizionale tra siheyuan e hutong
Il concetto d’unione ed etica comunitaria all’interno della millenaria tradizione confuciana cinese è perfettamente riassunto dalla viva interazione tra hutong e siheyuan, strutture architettoniche che si stanno avviando al tramonto sullo sfondo del rapido sviluppo verticale delle metropoli, in particolare di Pechino. Gli hutong  sono intricati intrecci  di viuzze d’antica costituzione,  all’interno dei quali è  possibile  osservare dinamiche sociali di condivisione degli spazi e della vita quotidiana ormai in via d’estinzione altrove, nel caos frenetico della città. Le siheyuan, tradizionale modello rettangolare d’abitazione familiare cinese, costituito da un complesso di quattro edifici disposti intorno a una corte centrale, ne condividono l’ingrato destino, distinguendosi come baluardo dei valori e delle relazioni fondanti della comunità cinese. La trasfigurazione del paesaggio urbano ha comportato una significativa rivoluzione sociale, incentrata sulla crescente predominanza di paradigmi occidentali, quali l’individualismo e l’idea di spazi privati. È in questo contesto che si sente l’esigenza d’indagare e valorizzare i simboli d’una Cina nascosta e dimenticata, nonché di riflettere sulle potenzialità della loro preservazione.

Laura Carniello
Nel 2013 ha conseguito la laurea magistrale in Lingua e cultura cinesi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con una tesi dal titolo “Pittura Xixia: riflesso d’una cultura multietnica”. In seguito ha lavorato principalmente come insegnante di cinese e giornalista freelance per la rivista londinese di cultura generale Dantemag. Ha collaborato come relatrice di conferenza con l’Istituto Confucio di Torino, il Centro di cultura Italia-Asia e l’Associazione culturale inAsia.