Foto: un impianto eolico indianoGrazie ai cospicui incentivi statali e ai più recenti investimenti da parte dei privati, oggi l’India è il quinto produttore su scala mondiale di energia eolica, che fa la sua apparizione già negli anni ’50, quando nelle sconfinate campagne di questo paese furono realizzati i primi impianti per l’irrigazione. Negli anni ’80 l’industria eolica indiana conosce la vera esplosione: il VI° Piano Quinquennale partorisce il National Windmill Demonstration Program, che nella successiva decade porta alla costruzione di oltre 100 impianti. Nonostante la sinergia con imprese europee ed americane, che comunque determina un forte sviluppo a livello tecnologico, l’uso dell’eolico rimane ancora limitato alla sola area agricola. E’ solo, infatti, a partire dagli anni ‘90 che vengono costruiti i primi impianti per la produzione di energia elettrica. Per agevolare l’ingresso di capitali privati il Governo di Nuova Delhi crea un ministero dedicato, il Ministry of Non-Conventional Energy Sources. L’impegno governativo prosegue, quindi, con sgravi fiscali e agevolazioni al credito.

L’iniziativa è coronata da successo: il settore cresce in modo esponenziale, grazie al coinvolgimento di numerosi gruppi industriali indiani e non, anche a livello di componentistica.

Non è solo il basso costo della manodopera ad attrarre grandi compagnie straniere, ma anche il fatto di poter contare su personale altamente qualificato e su un complesso industriale ben sviluppato. Ad oggi nel paese esistono ben 30 aziende che operano in quest’ambito. Oltre alla lungimiranza del Governo, che ha sicuramente contribuito all’affermazione del settore, c’è un altro importante elemento da considerare: la felice posizione geografica dell’India. I monsoni, in particolare quelli che arrivano da sud-ovest, assicurano attualmente l’80% degli oltre 3 GW prodotti annualmente dall’India, che può, inoltre, contare sulle migliaia di ingegneri qualificati, sfornati annualmente da rinomati istituti, che sempre meno emigrano all’estero. Un ulteriore fattore di successo dell’energia eolica è costituito dal’alto gradimento della popolazione, che la considera una fonte pulita e sicura.

Tra i progetti più significativi in corso d’opera un posto d’onore è riservato certamente alla Suzlon Energy, uno dei più rilevanti costruttori nazionali di turbine, che proprio di recente ha acquisito la Hansen Transmissions International NV, impresa belga leader nella realizzazione di parti impiantistiche per l’energia eolica. They are just deceiving the people by buy cipla viagra harming their overall health and are further surprised to learn they have not been breathing as efficiently as they could be. When you look at both viagra rx online of them in five different markets. The drug is also first checked completely by the concerned buy viagra from canada authorities and is also given an approval by FDA which makes it easier to build up the testosterone levels naturally. It seems a little sildenafil india wholesale far-fetched, but it is true. Nata nel 1995 con solo una quindicina di dipendenti, la Suzlon occupa oggi la terza posizione a livello mondiale, dietro la danese Vestas e l’americana General. È presente in 25 paesi, compresa l’Italia, con oltre 10mila turbine e una capacità installata di 15 GW.

Grazie all’impiego di turbine da 2,1 MW, Suzlon dovrebbe essere in grado di produrre 1 GW entro il 2013. Ha sottoscritto un contratto da oltre un miliardo di dollari con la Caparo Energy, azienda inglese con forti interessi in India nel ramo energetico, che genererà 500 MW a partire dal 2012. L’obiettivo è raddoppiare questa capacità dopo un anno fino ad arrivare a 5 GW nel 2017.

La Suzlon non è attiva solo in patria. Ha, infatti, investito 60 milioni di dollari a Tianjin, città situata in Cina orientale, per centrare l’ambizioso traguardo di 30 GW entro il 2020. E’ uno dei più massicci investimenti mai fatti da un’impresa indiana in Cina e il primo nel ramo energetico. Le potenzialità di mercato dell’industria eolica cinese sono considerevoli, ma al momento è poco sviluppata e assicura solo il 3% del fabbisogno energetico nazionale.

Di questo passo l’India crescerà più della media mondiale del 14% e se non ci saranno intoppi riuscirà, entro il 2020, a raggiungere 45 GW di capacità eolica dagli attuali 11. Congiuntamente alla Silicon Valley di Bangalore, l’industria eolica costituisce un’altra eccellenza dello sviluppo economico indiano, forse meno nota ma non per questo meno rilevante. La politica energetica del Governo di Nuova Delhi, che trova nella differenziazione delle fonti uno dei suoi punti fermi, è, quindi, molto attenta alle logiche di crescita ma anche alle necessità delle generazioni future.