Foto: Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice. Bologna, Palazzo Fava, fino al 30 agosto 2015
Foto: Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice. Bologna, Palazzo Fava, fino al 30 agosto 2015
Foto: Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice © genusboniae.it

A Palazzo Fava di Bologna una mostra-ponte con Milano Expo 2015

Dopo La ragazza con l’orecchino di perla, mostra-evento organizzata da Marco Goldin, Genus Bononiae e Palazzo Fava provano a replicare il successo con l’esposizione Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice, sotto la curatela del suo ideatore Vittorio Sgarbi, determinato a “mortificare Goldin sul piano morale e a provocare la stessa invidia provata per lui”.

La mostra inaugurata a febbraio, nonostante le numerose proteste di 130 addetti ai lavori presieduti dal professore Daniele Benati che con una raccolta firme chiedevano al ministro Dario Franceschini di annullarne la messa in opera, sostenendo che “fosse priva di alcun disegno storico e della benché minima motivazione scientifica”ed accusandola di venire a depauperare musei pubblici di opere già fruibili nelle loro sedi consuete, sarà prorogata sino al 30 agosto. Questo per creare una sorta di ponte con Milano Expo 2015 dove, nel padiglione di Eataly, il pubblico potrà visitare Il Tesoro d’Italia (oltre 350 opere selezionate dallo stesso Sgarbi “per una grande Pinacoteca dell’arte italiana divisa per regioni”). Ma veniamo alla mostra bolognese: l’antologica è dedicata allo studioso Roberto Longhi e allo storico dell’arte Francesco Arcangeli, e rende omaggio a Carlo Cesare Malvasia e alla sua Felsina pittrice del 1678 (aspetto già intuibile a partire dal titolo stesso).

L’allestimento consta di 180 opere – provenienti da musei, chiese e collezioni private -che abbracciano un lasso temporale che va dalla fine del ‘200 all’inizio del ‘900 e si pongono come esemplificative di quanto di più alto è stato prodotto a Bologna. Una carrellata di quadri e sculture assolutamente eterogenei- da capolavori indiscussi a gioielli meno conosciuti ma sempre di grande qualità- palesano con fierezza che il capoluogo emiliano è stato un centro d’arte fiorente con caratteristiche assolutamente personali.

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Ecco allora un susseguirsi di Cimabue, Giotto, Pseudo Jacopino, Vitale da Bologna, Simone dei Crocifissi, Michele di Matteo, Nicolò dell’Arca, Antonio Leonelli da Crevalcore, il Francia, Raffaello, Aspertini, il Parmigianino, il Nosadella, Tibaldi, Passerotti, Guido Reni, il Mastelletta, il Guercino, Guido Cagnacci, Creti, Crespi, Palagi, Basoli, Morandi: tutti sotto lo stesso splendido “tetto” affrescato dagli autoctoni Carracci, mostrarsi nella loro inamovibile eterna bellezza ignari delle critiche e vari schieramenti del caso, in un percorso espositivo che ha anche lo scopo di invogliare il pubblico “pigro” a frequentare le collezioni permanenti spesso ahimè deserte.

Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice
Bologna, Palazzo Fava, via Manzoni, 2
14 febbraio – 30 agosto 2015
http://www.genusbononiae.it