Foto: batteria energetica
 Foto: batteria super energetica

Foto: batteria super energetica

Solo dieci anni per realizzare la batteria energetica del futuro: ora si vuole mandare in pensione l’ormai obsoleto motore a scoppio attraverso un ultracondensatore a nanotubi di carbonio.

Tutto è iniziato nel 2003, quando si voleva scoprire un sistema per accumulare energia efficiente quanto quello dei combustibili fossili: un litro di benzina contiene, infatti, ben 35 volte l’energia immagazzinata in una batteria classica al piombo e 6 volte quella presente in una batteria al litio, come noto la più usata fra le auto elettriche di ultima generazione. Per ottenere quest’importante risultato ci si è orientati con decisione sulle nanotecnologie e si è cominciato a lavorare su microscopici nanotubi di carbonio, prima nel Laboratory for Electromagnetic and Electronic Systems del Mit, poi nella società FastCap Systems, che si è aggiudicata due importanti finanziamenti dal Governo statunitense e grazie a quei 7,5 milioni di dollari è stata messa al centro dell’attenzione degli investitori privati, tanto da essere stata inserita da CnnMoney fra le cinque startup energetiche dalle maggiori prospettive e ora sta ricevendo talmente tante offerte di finanziamento da doverne rifiutare qualcuna. Così è nato l’ultracondensatore Ulysses: dieci volte più capace dei rivali, potente, economico, sicuro e in grado di rimpiazzare le batterie tradizionali in diverse applicazioni industriali, fra cui gli impianti geotermici che ricavano il calore dalla terra per, poi, convertirlo in energia elettrica.

E questo è solo il principio, perchè la ricerca ovviamente continua. L’obiettivo, infatti, è quello di diventare in breve il nuovo standard per i veicoli ibridi, sostituendo le vecchie batterie al litio, costose e poco affidabili, con ultracondensatori molto più economici e soprattutto più duraturi. In pratica un condensatore funziona in base ad un processo fisico, e non elettrochimico come le batterie, per cui può caricarsi e scaricarsi istantaneamente, fino addirittura ad un milione di volte. Quindi massima potenza nel minor lasso di tempo possibile, col risultato di riuscire a caricare in pochissimi secondi qualsiasi apparecchio, dal laptop alla Smart. La complicazione maggiore, nei condensatori, è rappresentata di fatto dallo spazio ristretto in cui accumulare energia, perché mentre le batterie immagazzinano chimicamente gli ioni carichi all’interno degli elettrodi, i condensatori possono ospitarli solo in superficie grazie ad un campo elettrostatico, per cui per incrementare la quantità di energia accumulata bisogna aumentare al massimo la superficie a disposizione. Performing a gentle massage of penis is a physical treatment done for curing low sperm count. viagra prescription Get moving- The best way to keep yourself viagra discount away from depression is get moving and allow your brain being busy in some physical activities. Walking two miles daily helps to order cialis online increase blood flow. But, it’s not so easy to buy or order buy generic viagra http://greyandgrey.com/spanish/veredictos-y-liquidaciones/ Kamagra jelly online at a cheaper rate. Gli ultracondensatori impiegano già materiali ad alta porosità, ma i nanotubi di carbonio funzionano anche meglio, esattamente come un pennello che assorbe più vernice di una spugna. Le pareti dei tubi realizzati da FastCap contengono appena 12 atomi e crescono accogliendo nei piccoli interstizi ioni carichi di energia: così, si possono raccogliere tantissimi ioni in piccoli spazi e poichè la connessione è fisica, e non chimica, le particelle cariche possono staccarsi e attaccarsi quasi istantaneamente. Alla fine si ottiene una struttura ridotta, tanto è vero che l’ultracondensatore di FastCap ha le dimensioni di una pila stilo, ma molto più potente. E’ chiaro che per poterlo usare senza problemi nei veicoli occorre ridurre al massimo i costi e il peso, aumentandone nel contempo la robustezza, ossia la capacità di funzionare in ambienti difficili sottoposti a sbalzi termici notevoli. Al momento si sta collaborando con alcune case automobilistiche e si conta in tempi brevi di presentare la prima applicazione per la mobilità elettrica. Insomma, per superare il motore a combustione interna e l’inquinamento che ne consegue è necessario raggiungere la stessa densità energetica della benzina proprio con un dispositivo in grado di caricarsi istantaneamente come un serbatoio alla pompa di benzina.