Foto: Angela Demattè e Andrea Castelli © Teatro Litta MilanoL’importanza della visione prospettica e del prendere in considerazione tutti i punti di vista. Il significato qui applicato praticamente alla lettera dell’andare dall’altra parte della barricata. Questo è sicuramente uno dei messaggi che il pubblico di ‘’Avevo un bel pallone rosso’’, scritto e interpretato da Angela Demattè, percepisce nel corso delle due rapide ore che sintetizzano un decennio ricco di eventi e di sconvolgimenti della storia italiana. Two simple tips to maintain healthy diets are: Eat smaller meals at a slower pace levitra on line sales throughout the day that requires more energy to them. Probably more men care about putting the manhood back in the 1990s, a blue pill called buy line viagra was introduced successfully to the market. Expect levitra uk to be treated as priority by your driver and the rest of our staff. You will not find the medicine by a lot of names, such as Kamagra, Silagra, and Kamagra oral jelly, Caverta, Zenegra, Zenegra, best viagra pill , and Forzest etc.

In questa piéce che ha vinto il Premio Riccione per il Teatro 2009, la Demattè si cala nei panni di Margherita Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse assieme al compagno di lotta politica e di vita Renato Curcio. Si cala nei suoi panni e ci mostra i lati più umani di colei che dal 1965 al 1975 è passata dall’adolescenza all’età adulta, da un nido di affetti e scontri tipici fra genitori e figli all’elaborazione di teorie politiche di rivoluzione, da un contesto di vita borghese pacata e sorretta dalla fede cattolica, alla guida della lotta politico-proletaria che ha raggiunto apici di violenza ancora oggi vibrante nei ricordi di chi ne è stato testimone.Non è un’apologia degli anni di piombo e dei loro protagonisti, intendiamoci, ma certo è una narrazione in un ‘’lessico familiare’’ di un periodo storico scandito da eventi sanguinosi.

Nello svolgersi di questa narrazione, più che un cammino, un passaggio dalla vita privata a quella pubblica della Cagol, c’è un continuo parallelismo dato dall’alternarsi dei dialoghi fra Margherita e il padre Carlo (interpretato da Andrea Castelli), con i pensieri di Margherita che studia, elabora le sue tesi, o scrive testi per i proclami delle BR. L’incomunicabilità tra i due mondi nei quali la Cagol vive è enfatizzata verbalmente dall’utilizzo del dialetto, lingua del cuore e dell’italiano, lingua dei ‘’discorsi ufficiali’’ e visivamente dalla suddivisione del palco in scene squadrate, che sembrano come i fotogrammi che immortalano un’anima certa delle proprie idee rivoluzionarie, ma allo stesso tempo tormentata dai principi assimilati in famiglia.

Tutto concorre a sottolineare una certa ingenuità frutto del furore giovanile prima e del fervore della convinzione politico-sociologica poi, che prenderà la mano a lei e ai suoi compagni, i quali, in nome degli ideali, purtroppo cederanno alla violenza.

Giudizio: ***

TEATRO STABILE DI BOLZANO

Avevo un bel pallone rosso di Angela Demattè

Premio Riccione per il Teatro 2009

In prima assoluta

Con Andrea Castelli e Angela Demattè

Regia di Carmelo Rifici

Scene: Guido Buganza

Costumi: Margherita Baldoni

Musiche: Ferdinando Baroffio

Luci: Lorenzo Carlucci

Milano, Sala Teatro Litta, C.so Magenta 24

Dal 18 al 30 gennaio 2011

www.teatrolitta.it