Foto di scena: Acciaio liquido, andato in scena al Teatro Out Off di Milano dal 24 al 29 maggio 2016
Foto di scena: Acciaio liquido, andato in scena al Teatro Out Off di Milano dal 24 al 29 maggio 2016
Foto di scena: Acciaio liquido © Spazio Verticale

All’Out Off di Milano la dicotomia tra uomo e speculazione con testo di Marco Di Stefano e regia di Lara Franceschetti

L’acciaio è liquido come l’anima che modella l’uomo. L’incontro fra mito e realtà risalta il fluido estatico del sogno anche quando l’avversità incombe. L’acciaio fuso è incandescente, come un cocktail dalle sfumature grigio fumo dietro le trasparenze, un infuso che può rubare la natura stessa dell’esistenza.
Andato in scena al Teatro Out Off di Milano dal 24 al 29 maggio scorsi, Acciaio liquido è uno spettacolo sulle morti bianche conseguenti a una perversa dinamica del profitto.
Ideato e diretto da Lara Franceschetti, il lavoro scritto da Marco Di Stefano fa chiaro riferimento alla ThyssenKrupp di Torino, azienda metallurgica dove nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, a causa di un incendio, 7 operai perdettero la vita e altri quattordici rimasero contusi, incidente dovuto all’ottusità di una classe dirigente che preferì ottimizzare la speculazione economica anziché rispettare le normative sulla sicurezza degli impianti.

Nello spettacolo sette sono i componenti il consiglio di amministrazione dell’azienda, presieduto da un amministratore delegato già d’accordo con la casa madre per un trasferimento dell’azienda, nonostante il bilancio aziendale positivo, con la conseguenza di un taglio drastico sulle spese a partire dalla manutenzione degli impianti. Sette gli operai che vivono la loro ultima notte di lavoro prima della deflagrazione, a due mesi dalla chiusura dello stabilimento, squadra guidata da un capo operaio con vent’anni di esperienza in azienda.

I primi all’inizio si dividono, titubanti sulla scelta di una delocalizzazione per le conseguenze sugli assetti occupazionali e soprattutto per i tagli sulla sicurezza, ma si ritrovano però alla fine compatti sul voto di assenso finale, per non incorrere in rischi sulla loro carriera in caso di diniego. I secondi vivono invece un episodio surreale prima dell’inizio del turno, dove rimangono misteriosamente chiusi negli spogliatoi mentre il tempo sembra essersi fermato, e i protagonisti, non senza attimi di nervosismo e tensione, si  raccontano i loro sogni, le loro ambizioni, le aspettative di una vita che quell’ultimo turno di lavoro cancellerà sciogliendole in quello stesso acciaio fuso che si accingono a produrre.

Unica interprete femminile, una straordinaria Federica Armillis, nei panni della moglie di uno di quegli operai uccisi nell’incidente, che racconta il suo iter per far riconoscere al figlio il nome del padre, una lotta sofferta contro la burocrazia che prelude, insieme ai familiari delle altre vittime, la battaglia legale per la condanna dei responsabili, al di là delle indennità ricevute.

Uno spettacolo interpretato da un ottimo cast che riesce a colpire nel segno, grazie a un testo che sa unire ironia amara e commozione. La Thyssen, nonostante il chiaro riferimento, non viene mai nominata, sublimando la pièce a modello di teatro epico che sviluppa la sua semantica dentro la bipartizione tra il moloch dell’interesse e un’umanità che deve essere ritrovata. La rappresentazione assume così l’archetipo di Diogene, che cerca l’uomo con la sua lampada cercando di illuminare le coscienze di chi troppo spesso si abitua a dimenticare.

Giudizio: ****

SPAZIO VERTICALE in collaborazione con Teatro Out Off

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prima assoluta

Acciaio liquido di Marco di Stefano
Ideazione, adattamento e regia Lara Franceschetti
Con Federica Armillis, Angelo Colombo, Andrea Corsi, Paolo Garghentino,
Giovanni Longhin, Francesco Meola, Claudio Migliavacca, Giuseppe Russo

Assistente alla regia: Paola Panizza
Scene e costumi: Maria Chiara Vitali
Light designer: Giuliano Bottacin
Video: Massimiliano Gusmini (Mud) – otolab 2012

Milano, Teatro Out off, via Mac Mahon 16
Dal 24 al 29 maggio 2016
www.teatrooutoff.it